
4 Agosto 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
Vyasa insegnò l’essenza dei Veda in due sole frasi: “Aiutare gli altri è meritorio. Ferire gli altri è peccato” (Paropakaraya Punyaya, Papaya Para Pidanam) La parola Paropakara è composta da tre sillabe: Para, Upa e Kara. Para significa il Supremo o la Dimora Suprema, Upa significa vicinanza e Kara significa fare o andare. Ne consegue che Paropakara significa che, per avvicinarsi a Dio, bisogna fare del bene e aiutare gli altri. Questo è il giusto percorso spirituale, l’essenza delle Upanishad. La parola Upanishad significa che il discepolo deve sedersi ai piedi di Dio (Guru) che si trova a un livello superiore. Tutti i testi spirituali insegnano come avvicinarsi a Dio. Se, quando fa caldo, ci si avvicina a un condizionatore, si ottengono la freschezza e il comfort; in modo simile, quando ci si avvicina a Dio, si acquisiscono le qualità divine. Questa è la pratica spirituale (sadhana). Che cos’è il peccato (papam)? Fare del male agli altri è peccato, classificare, diversificare e dimenticare l’unità è peccato. I nomi e le forme variano ma lo Spirito è uno solo. Dio e la Natura sono uniti: Dio è la causa e la Natura è l’effetto. Un effetto senza una causa non può esistere. Considerare l’unità come diversità è peccato.
Discorso Divino del 8 aprile 1996
Il Gange non torna indietro quando raggiunge il mare; in modo simile, chi sperimenta la vicinanza di Dio non torna indietro.
Con Amore,
Baba
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