
6 Luglio 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
Ogni essere umano è un’incarnazione, un ricettacolo e un veicolo della beatitudine (ananda). La consapevolezza della beatitudine è l’obiettivo e il compimento della vita umana ma le persone cercano il piacere e la felicità negli oggetti tramite i sensi e raggiungono la felicità materiale inferiore invece della beatitudine suprema che dovrebbero conquistare. Va detto che la beatitudine ottenuta tramite il mondo oggettivo, o grazie ai mezzi soggettivi, è soltanto un’espressione parziale di quella concessa dalla fusione con la Realtà Suprema (Brahman). Noi parliamo di acqua calda sebbene il calore non sia una qualità dell’acqua e sia il fuoco a scaldarla; nello stesso modo, la beatitudine viene resa oggettiva o soggettiva dalla grazia della Beatitudine Divina Suprema (Brahmanandam). L’essere umano vanta l’aver guadagnato la beatitudine con i propri sforzi. È lo zucchero che trasforma le palline di farina insipide in laddu dolci. Le stelle sono orgogliose di illuminare un mondo oscuro ma la luce brillante della Luna rende la luce stellare troppo debole per essere notata; anche l’orgoglio della Luna viene umiliato quando il Sole illumina il cielo. Brahmananda è il Sole ma questo non significa che la luce delle stelle e della Luna debbano essere ignorate e che la beatitudine tratta dalla natura e dalla conoscenza spirituale che viene dall’esperienza (vishaya ananda e vidya ananda) vada trascurata: questi sono dei passi, degli stadi e degli esempi. Pur apprezzandoli in quanto tali, l’obiettivo della Beatitudine Divina Suprema deve essere perseguito incessantemente.
Discorso Divino del 25 luglio 1983
La beatitudine è la natura innata dell’essere umano; peccato che egli la cerchi dovunque tranne che nel luogo in cui è disponibile.
Con Amore,
Baba
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