
11 Aprile 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
Il corpo è il tempio di Dio; Egli risiede nel cuore. L’intelletto (buddhi) è la lanterna accesa su quell’altare ma ogni folata di vento che entra dalle finestre dei sensi influisce sulla fiamma e ne smorza la luce minacciando persino di spengerla; non tenete quindi le finestre aperte, chiudetele per non sentirvi attratti dagli oggetti. Mantenete l’intelletto affilato in modo che possa tagliare la mente come un diamante e trasformare quel sassolino spento in uno splendore di luce. La discriminazione (nityanitya vastu viveka o la distinzione tra eterno e temporaneo) è uno strumento importante di progresso spirituale. La facoltà di ragionamento deve essere impiegata per distinguere il limitato dall’illimitato e il temporaneo dall’eterno; questo è il suo uso legittimo. Shankaracharya chiamò la sua opera sui principi dell’Advaita “Viveka Chudamani” poiché volle sottolineare quanto la discriminazione (viveka) sia utile per la comprensione dell’evanescenza della vita e dell’Unità dell’Universo.
Discorso Divino del 2 ottobre 1965
L’ignoranza (avidya) può essere distrutta coltivando una discriminazione incrollabile.
Con Amore,
Baba
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