
14 Marzo 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
Yoga vuol dire unione, l’unione del sé con la sua Fonte. La Gita dice: “Lo yoga è l’equanimità” (samatvam yogam uchyate). Possiamo distinguere cinque campi in cui l’equanimità va raggiunta: (1) Il campo degli alti e bassi naturali (prakritika): bisogna accogliere sia l’estate che l’inverno poiché sono entrambi essenziali per il processo della vita; l’alternanza delle stagioni ci tempra e ci addolcisce. La nascita e la morte sono entrambi eventi naturali, non possiamo scoprirne la ragione: accadono. Noi cerchiamo di incolpare qualche persona o qualche incidente per le ferite o le perdite che subiamo ma la ragione vera sono le azioni fatte nel passato (karma). Quando si conosce il contesto dell’evento, l’impatto può essere attenuato o addirittura annullato. (2) Il campo degli alti e bassi sociali: bisogna accogliere con spirito equanime la fama e il biasimo, il rispetto e il ridicolo, il profitto e la perdita e altre risposte e reazioni di questo tipo da parte della società in cui si cresce e si lotta. La fortuna è una sfida all’equanimità tanto quanto la sfortuna.
Discorso Divino del 7 settembre 1985
L’equilibrio, cioè l’equanimità nella lode e nella censura, è molto importante; per saperlo mantenere è necessaria l’abilità, per avere l’abilità è necessaria la conoscenza.
Con Amore,
Baba
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