Italian, 01.feb.25

1 Febbraio 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
L’attività (karma) trova il suo scopo al sorgere della saggezza. L’attività che rispetta il principio della rettitudine è la via che porta alla saggezza spirituale (jnana); l’azione compiuta con saggezza costituisce il karma più elevato. Un’attività che merita di essere compiuta deve portare alla purificazione della mente quindi nessuno, nemmeno un recluso o un monaco, può esimersi dal compiere azioni buone. Queste azioni devono nascere spontaneamente, non devono lasciare alcuna traccia di orgoglio né l’attaccamento deve portare a desiderare di rivendicare il risultato per sé; la rinuncia deve essere l’unica fonte di gioia. Per l’asceta, il sacrificio di sé è il godimento più vero. La Gita raccomanda “l’inazione nell’azione” e afferma che “l’inazione è l’azione più gratificante per coloro che cercano la pace suprema”. Questo atteggiamento è chiamato “non attaccamento all’azione” (karma sanyasa). L’azione, o attività, è generalmente associata soltanto al corpo ma anche la mente è impegnata nel mondo; solamente l’Atma è il testimone non coinvolto. Il segreto dell’inazione nell’azione si trova quindi nel prendere rifugio nell’Atma e nel riconoscere che tutti gli esseri viventi sono fondamentalmente l’Atma.

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Discorso Divino del 2 gennaio 1987

L’uso corretto del tempo, l’azione giusta e l’adempimento dei propri doveri costituiscono l’obiettivo primario della vita umana.

Con Amore,
Baba