Italian, 21.jan.25

21 Gennaio 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
Dio non è lontano da voi né in un luogo remoto: è dentro di voi, nel vostro tabernacolo interiore. L’essere umano soffre poiché non riesce a trovarlo lì e a trarne la pace e la gioia. Un lavandaio, immerso nella corrente di un fiume fino alle ginocchia per lavare i panni, morì di sete poiché non si rese conto di avere l’acqua vivificante a portata di mano: doveva soltanto chinarsi e bere. Questa è la storia dell’essere umano: egli corre in fretta e furia per cercare Dio fuori di sé e muore deluso e affranto, senza raggiungere la meta, soltanto per rinascere. Bisogna certamente essere nel mondo ma non c’è bisogno di farne parte; l’attenzione deve essere fissata su Dio, sul Dio interiore. Nel Karnataka esiste una danza chiamata “Karaga”: la persona centrale di questa danza tiene molti vasi sulla testa uno sopra l’altro, segue la processione a tempo con la musica e canta in sintonia con gli altri al ritmo del tamburo. La sua attenzione è rivolta per tutto il tempo a tenere in equilibrio la torre di pentole sulla testa. Così anche l’essere umano deve tenere davanti a sé la meta del raggiungimento di Dio mentre è impegnato nella processione della vita rumorosa e divertente.



Discorso Divino del 1° gennaio 1967

Una volta che l’individuo ha scoperto chi è, non c’è bisogno che sappia chi è Dio poiché i due sono Uno

Con Amore,
Baba