Italian, 09.jan.25

9 Gennaio 2025
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
La sadhana vera consiste nel trasformare il male in bene e nel convertire il dolore in gioia. Non c’è felicità priva di dolore, non c’è bene che non sia accompagnato dal male; tra il bene e il male, tra la felicità e il dolore c’è un conflitto continuo. La felicità e l’infelicità sono due gemelle inseparabili legate inestricabilmente l’una all’altra, una è l’inizio e l’altra è la conclusione. L’inizio e la fine vanno insieme; soltanto il Divino è privo di un inizio, di una via di mezzo e di una fine ma nel mondo tutto ha un inizio e una fine. Il dolore non è qualcosa che viene inflitto; le difficoltà e i problemi non sono imposti dall’esterno, sorgono nel corso naturale della vita terrena il cui perfezionamento richiede una disciplina spirituale (sadhana) continua. La vita si degrada se questa pratica non c’è. Per esempio: un diamante acquista valore quando viene sottoposto al processo di taglio e sfaccettatura; così l’oro, estratto come minerale dalla terra, diventa puro e prezioso dopo la raffinazione. Similmente, la sadhana è necessaria per elevare la vita dal banale al sublime.



Discorso Divino 1° giugno 1991

Non sapere chi siamo: questo è l’impedimento più grande; finché non lo si supera, il dolore è inevitabile.

Con Amore,
Baba