
7 Agosto 2024
Come scritto a Prasanthi Nilayam oggi
La mente soffre di un senso dei valori sbagliato e cerca di scartare ciò che le fa bene. Il bambino deve essere educato ad apprezzare i cibi duri e masticabili che all’inizio non gradisce; così, la mente deve essere addestrata a immaginare la maestosità illimitata e travolgente che è alla base del tempo, dello spazio e della causalità. Essa deve prima sviluppare il gusto per il Dio personale e poi per l’Impersonale privo di nome e di forma. Tutti i nomi e le forme che sono stati attribuiti al Dio impersonale sono un prodotto della mente. I canti, la meditazione e la ripetizione del Nome (Bhajan, dhyan, Namasmarana, Nagarasankirtan) sono passi di questa educazione; la beatitudine che si conquista con la fusione nel Divino è il compimento. Un malato deve assumere personalmente lo sciroppo per la tosse finché non guarisce per quanto amara la medicina possa essere. Una persona malata di ignoranza e quindi affetta da egoismo e malcontento deve prendere la medicina della ripetizione del nome e della meditazione (japa-dhyana). La malattia dell’attaccamento eccessivo agli oggetti mondani può essere curata soltanto con il farmaco dell’attaccamento a Dio coltivato attraverso japa e dhyana.
Discorso Divino, 22 novembre 1970
Dio vi servirà, vi salverà e sarà sempre al vostro fianco; voi dovete soltanto coltivare il carattere e mondare l’interiorità in modo che Egli possa riflettervisi.
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